Pubblicato da: faustocolombo | 13, giugno, 2011

In porto

La notte era stata calma, e la barca era entrata in porto scortata da una brezza leggera. Gli occhi si erano adattati in fretta, e avevano riconosciuto senza difficoltà le luci del porto. La luna aveva illuminato l’ormeggio di poppa. Le cime si erano arrotolate sulle bitte quasi da sole.

Lui era sceso sottocoperta e si era seduto al tavolo da carteggio. Aveva scritto qualcosa sul diario di bordo, tanto per finire come si deve il suo lavoro. Poi era entrato in cabina, aveva estratto le sue cose dal gavone e riempito la sacca. Aveva indossato la sua vecchia giacca e preso in mano le scarpe che non aveva più messo da quando s’era imbarcato. Erano robuste ma comode, e gli sembrava di sentirle già ai piedi. Adesso – pensò – tocca di nuovo camminare.

Salì in pozzetto. C’era appena un lucore, nemmeno l’alba. Ma era bellissimo. E calmo. Pensò che diversi anni prima si era imbarcato con la burrasca che sembrava destinata a durare sempre, e negli ultimi tempi i venti erano cambiati di colpo. E la sua barca e lui e tutti i naviganti che ci erano stati sopra erano sopravvissuti, ed erano ancora lì, adesso che il mondo cambiava di nuovo, e sembrava valesse ancora la pena di vivere.

Ma le burrasche del mare non sono tutto, e ci sono le burrasche dell’anima, e sono un’altra cosa. Adesso doveva affrontare quelle, e il mare avrebbe dovuto aspettarlo, per un po’. E l’avrebbe fatto, era sicuro. Perché il mare c’era prima di lui, e ci sarebbe stato dopo. E sarebbe stato lì, se e quando fosse tornato. Gli altri però non hanno lo stesso tempo del mare. Loro aspettano, ma non per sempre. Ci capiscono, ma non per sempre. Ci perdonano, ma non per sempre. Così, adesso, era ora di andare.

Abbassò la passerella. Cercò di non fare rumore. La attraversò, si mise le sue vecchie scarpe. L’alba arrivava. Guardò indietro per un momento, ma solo un momento, e sorrise.

Buon vento, stava per dire. Invece si corresse.

Buona a vita a tutti, pensò.

Pubblicato da: faustocolombo | 8, giugno, 2011

L’uso politico dei media

Di tanto in tanto, fra una pagina e l’altra del libro che sto scrivendo, ripenso al rapporto fra media e politica in questo dopo-elezioni amministrative. Continuo a pensare che nell’acquario dei media la riflessione sui media stessi sia un po’ scontata e impotente. Alcuni luoghi comuni: la forza della tv (qualche critico televisivo con la gaffe della Moratti su Sky), il ruolo del talk show politico (Formigoni che si lamenta perché non lo invitano a Porta a Porta, Berlusconi che fa fuori Anno Zero, eccetera), il trionfo dei social media attraverso la diffusione e l’ironia.
Forse possiamo pensare un po’ diverso, come proponeva il Banco tanti anni fa, e rivalutare la politica tour court. Proviamo a immaginare che le cose vadano così: ci sono delle identità sociali e politiche, di diversa consistenza e consapevolezza. Possono essere classi, ceti sociali, ma anche generazioni (i giovani, o i loro genitori), o gruppi di genere (le donne), o gruppi caratterizzati da un medesimo livello culturale, o da interessi propriamente politici, o da interessi lobbistici. Questi gruppi tendono ad usare un set di media, di cui sono competenti, e la cui competenza li caratterizza. Questi gruppi possono essere politicamente più o meno attivi, che elettoralmente significa che per esempio vanno a votare o no, sono delusi o entusiasti, si spendono come agit-prop o no. Se sono entusiasti, attivi, propensi a spendersi, usano fra le altre cose – per informarsi o anche per informare amici e conoscenti – il set di media di cui sono competenti. Allora può succedere che andarsene in giro con una nave come fece Berlusconi nel 2000 in vista delle elezioni regionali sia molto efficace, se il suo elettorato è attivo, perché la modalità convention ha un suo fascino per quell’elettorato. E può darsi che alle ultime elezioni i socia l media fossero ovviamente strumenti per un diverso elettorato, attivatosi dopo un lungo silenzio e già visibile in molte occasioni (manifestazioni delle donne, degli studenti…) e particolarmente avvezzo a FB, Twitter e in generale alla rete.
Se la sinistra avesse usato una sua nave, non avrebbe contrastato Berlusconi, ma avrebbe fatto ridere. È l’effetto della Moratti che usa FB. E anche l’effetto del set di strumenti usati da Formigoni, che si spende su tutti i canali web e socia l, ma rimane uguale con l’esibizione del suo Ego, perché l’interattività è una cultura e non si improvvisa…
Insomma, come dico sempre ai miei studenti, la politica viene prima, e i media si muovono di conseguenza, perché sono mossi dalle persone, non viceversa.
E così il vento cambia nella politica, e non basta usare i media alla moda per fermare il vento, o per fermare noi.
Buon vento. E andiamo a votare al referendum!

Pubblicato da: faustocolombo | 7, giugno, 2011

Cronache dal mondo dei lettori (in una serata di buon vento)

Cari naviganti,

la serata del buon vento c’è stata, ieri sera, alla Biblioteca di Monza, con la cortese ospitalità del suo direttore, Giustino Pasciuti. Ho presentato un testo scritto da me, accompagnato da due fantastici gruppi di lettori (rispettivamente i Presta Voce e gli A tutto volume), e messo in scena dal mio amico e compagno di avventura Roberto Assente). Come promesso, apro una pagina di questo blog con il testo, per quanti avessero voglia di leggerselo, ma soprattutto di immaginarselo, e di rifarlo per qualcuno a modo loro.

Ma le sorprese sono venute dopo. Ho incontrato tanta gente che avevo davvero voglia di incontrare, e abbiamo festeggiato il nostro ritrovarci con del buon vino. Nell’ordine ho incontrato: due amici di vecchissima data, che non vedevo da 30 (leggesi trenta) anni, ricuperati grazie a questo blog; tanti ex studenti, di anni diversi, che avevano aderito all’evento via Facebook; un sacco di amici e conoscenti contattati via telefono e più spesso via passaparola. Insomma, un dispiegamento di media amichevoli che mandano in sollucchero uno studioso di media come me.

Vorrei dire grazie a tutti quelli che sono venuti, e anche a quelli che mi hanno mandato messaggi in bottiglia da lontano. La vita è complicata a volte, di tanto in tanto dolorosa. Quasi sempre difficile, o almeno impegnativa. Negli anni ho imparato a fare mio il calore degli affetti, assorbirlo per i tempi duri. Ieri ne ho fatto una buonissima scorta, e spero sia stato lo stesso per quelli che sono venuti.

E grazie a L, L e C (con l’aggiunta di F) che mi sono stati vicini, come sempre. Ma non ho mai pensato il contrario.

Buon vento a tutti.

Pubblicato da: faustocolombo | 4, giugno, 2011

Il cammino del lettore

Cari naviganti. Lunedì prossimo presenterò alla biblioteca di Monza, come avevo anticipato, un lavoro un po’ strano: una riflessione sulla lettura che ha finito per prendere la forma di un piccolo testo quasi-teatrale. Per chi non avesse voglia di esserci (cioè la quasi totalità della popolazione mondiale) pubblicherò comunque il testo, che credo di aver messo sotto licenza creative commons, in una pagina apposita, a partire da martedì, e ce lo lascerò per un po’.

Si tratta di un excursus attraverso i temi della scrittura, della lettura e del libro (compresa la sua versione elettronica) intercalato da letture di autori che a questo tema complesso hanno dedicato pagine interessanti, da Platone a Leopardi, da Dante a Pennac. E’ un gioco, ma l’ho pensato anche come omaggio a voi naviganti, che mi avete accompagnato nel viaggio su questo blog, e che spesso, con i vostri commenti e le vostre osservazioni, mi avete fatto sentire meno solo.

Vi allego qui l’ultima locandina, con l’elenco degli autori citati.

Il cammino del lettore

Buon vento gente. A presto, virtualmente o no.

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