Il potere dei social networks

Ieri sono stato a discutere con un bel gruppo di filosofi riuniti a Pavia a discutere dei rapporti fra etica e spettacolarità. Il mio contributo sarebbe dovuto essere di illustrazione del problema nel contesto della rete (locandina ). Se a qualcuno interessa, qui c’è la scaletta del mio intervento. Tra parentesi (lo dico qui perché mi pare giusto) quell’intervento era stato prediscusso con alcuni amici: Simone Carlo, Andrea Cuman e Marco Tomassini. Voglio ringraziarli perché le loro osservazioni e precisazioni si sono rivelati molto utili.

Come al solito, la parte più importante della partecipazione è stato per me l’ascolto degli altri interventi, e in particolare della bella relazione di Barbara Carnevali (sulla questione della visibilità e dell’autospettacolarizzazione come fisiologia o patologia dell’umano) e delle osservazioni di colleghi e phd condidates durante il dibattito. E’ proprio durante il dibattito che ho avuto modo di esprimere alcuni dubbi che da qualche tempo mi attanagliano sul ruolo sociale dei social networks e in generale di Facebook, che tendo a risolvere essenzialmente utilizzando gli studi di Foucault. A qualcuno interessa? Potremmo parlarne, soprattutto dibatterne, perché il tema non mi lascia troppo tranquillo.

Let me know.

p.s. Ho letto i commenti al mio post “Il futuro di un piccolo blog”. Ringrazio tutti. Dovrei raccontare davvero molte cose di me (troppe) per spiegare le mie oscillazioni e i miei dubbi. Forse vale l’osservazione di Fabio: si può provare a essere qualcosa di diverso da come si è, ma difficilmente ci si riesce. Buon vento, dunque. Lasciamo che ci porti.