Pubblicato da: faustocolombo | 21, ottobre, 2009

Quello che la Tv (non) può fare 2 (la replica)

Ricevo da Silvano e pubblico, così com’è, perché potrei avere scritto queste righe io stesso. Silvano ha postato un bel commento alla prima incursione su questo argomento, e gli ho chiesto di tornarci. Per chi non lo sapesse, si è laureato con me, molti anni fa. Con una bellissima tesi su Salgàri. E’ stato per un bel po’ mio assistente, prima di diventare un (bravo) giornalista.

Siamo rimasti amici, perché i legami forti non muoiono davvero mai.

“Anche se in ritardo, merita qualche parola di commento il surreale
editoriale di Claudio Brachino dopo la bufera sul “servizio” di
pedinamento del giudice Mesiano.

Un ennesimo esempio di come la
propaganda prevalga ancora una volta sull’informazione, anche di
fronte all’evidenza. Brachino finge di scusarsi, usa una perifrasi
(“se in qualche modo il giudice Mesiano si è sentito offeso, ci
scusiamo”). Quindi si scusa solo sul fronte personale. Non si scusa
sul fronte informativo, che è quello grave e imperdonabile. Non dice,
scusate se abbiamo piegato una testata informativa a ragioni di
bottega, mettendo alla berlina un giudice che con un atto legittimo si
è occupato della nostra azienda. Non si scusa per aver costruito un
servizio senza notizie, che violava la privacy, il buon senso, il buon
gusto. No, dice solo “che il servizio non appartiene alla categoria
dei capolavori” (come se le critiche riguardassero la qualità,
figurarsi, ce ne sarebbero a migliaia di cui occuparsi se questo fosse
il problema). E poi ne approfitta per tornare a fare propaganda.
Mettendo ancora in relazione la promozione di Mesiano con la sentenza,
due storie assolutamente diverse, visto che, si sa, le promozioni in
magistratura seguono meccanismi abbastanza automatici. Poi l’ovvio
scontato trito e ritrito attacco a Repubblica: “Loro violano la
privacy del premier, perché nessuno li attacca come fate con noi”? Con
il solito stratagemma mistificatorio di mettere tutto e tutti sullo
stesso piano (un giudice che va dal barbiere e un presidente del
Consiglio che frequenta e fa candidare escort).

E poi, l’ultima, grottesca accusa in un editoriale che avrebbe dovuto
essere di scuse… Quella di aver messo alla berlina l’autrice del
pezzo (Annalisa Spinoso, assunta a Mattino 5 con un contratto a
termine). Il suo numero di cellulare, protesta il finto indignato
Brachino, è finito sui blog “anche quelli politicizzati” (?). “La
privacy deve valere anche per la mia giornalista”, esclama il
direttore… Ebbene, qua arriviamo al comico. Il cellulare della
giornalista è finito su internet perché LEI ce l’ha messo. Annalisa
Spinoso ha pubblicato il suo curriculum su un sito web (ora
prontamente rimosso, ma recuperabile grazie alla cache di Google,
Internet ha la memoria lunga…), con tanto di email personale e
numero di telefono. Lo ha fatto sperando che qualche produttore
televisivo la chiamasse, evidentemente, visto che scriveva, su quella
pagina web pubblica (confondendo un po’ generi e settori di lavoro)
“amo la satira, in tv poi è  il massimo. Ecco perché lavorare per
Striscia la notizia o Le Iene è un sogno che intendo realizzare”. E
poi ancora “mi piacerebbe tanto realizzare i miei sogni e inorgoglire
i miei genitori che per me hanno fatto, fanno, e faranno, tanti
sacrifici”. Realizzare quei sogni catodici era l’obiettivo di
Annalisa, anche a costo di mettere sul web il proprio numero di
telefono. Lamentarsene ora è veramente ridicolo”.

Grazie, Silvano. Buon vento a tutti.


Risposte

  1. Superflui, come al solito, i complimenti ai “timonieri” Fausto e Silvano… Grottesco a dir poco il commento di scuse di Brachino…
    Interessante invece l’articolo di Luca Telese “La saga del giornalismo vendicativo”.

  2. Le scuse di Brachino al giudice Mesiano sono come le scuse di Berlusconi alla Bindi: demenziali e arroganti. Peggiorano quello a cui volevano rimediare, e lasciano trasparire ancora di piu’ (rispettivamente) il servilismo e la crassa volgarita’.
    Impeccabile l’analisi di Silvano, sottoscrivo in pieno.
    Buon vento!

  3. Grazie a tutti, soprattutto al Capitano della nave, che ha avuto parole così belle nei miei confronti. I legami forti servono anche a questo: a fare resistenza, insieme

    Buon vento


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