Pubblicato da: faustocolombo | 21, marzo, 2010

Se ci si ferma a pensare

Se ci si ferma a pensare, si è finiti.

Se ci si ferma a pensare, ci si accorge che una manifestazione in cui si fanno giurare degli adulti non all’autorità dello stato e di qualche Dio, ma di una persona; in cui si promette di vincere il cancro; in cui si evoca l’amore contro l’odio sparando a zero su magistrati, avversari politici e così via; una manifestazione così è un segno triste della fine del nostro Paese. Tutti dietro agli slogan, alle canzoncine e così via. Per non parlare delle deliranti dichiarazioni sul presunto complotto contro le liste che si sono autoaffondate per pressapochismo e ciarlataneria… Un paese triste e tristo, in cui non si vive volentieri.

Se ci si ferma a pensare, ci si accorge che i ricercatori universitari stanno per mettere in opera una protesta sacrosanta contro una legge (che va verso l’approvazione) che ne disconosce il valore e il ruolo, e che precarizza i giovani nel settore più cruciale della nostra Italia, quel settore che riguarda più di ogni altro il nostro futuro di Paese moderno. Allora ti viene in mente che viviamo in un Paese stupido, vile e misero, e ti viene voglia di andare all’estero.

Se ci si ferma a pensare, ci si accorge che la televisione ormai rimanda immagini che poco hanno a che vedere con la realtà, e ci sono troppi intellettuali o presunti tali che ne parlano come se il numero di spettatori, o le ragioni gossipare del perché c’è l’uno o quell’altro in scena o i meccanismi del factual, del reality e della fiction fossero davvero importanti, e così finiscono per non vedere una cosa semplice e drammatica: che il Paese muore dappertutto, tranne che nell’immagine televisiva, e sarebbe ora santoddio di parlare di questo invece che di balle buone ai salotti di città di oggi, che assomigliano troppo a quello di Madame Verdurin nella lunga ricerca proustiana… E invece non succede, perché il Paese muore, e ognuno si fa gli affari suoi. E ti viene voglia di partire per mare davvero, e lasciarli tutti qui, nella loro sublime inutilità e vanagloria.

Se ci si ferma a pensare…

Se ci si ferma a pensare ti viene in mente che questo è il tuo Paese, e c’è tanta gente che di balle non ne può più, e non vuole essere serva di nessuno. E che si sveglia, si sta svegliando magari anche adesso, mentre tu pensi, e ti trascinerà con sé a urlare non potete fermarci, noi che amiamo davvero il nostro Paese, e la democrazia come l’ha fatta il sangue dei nostri padri.

Se ci si ferma a pensare puoi immaginare che magari l’università può cominciare a dire no, non ci ucciderete, dovessero servire mille piazze e mille strade. Perché la vita è dura, ma non sempre finisce male, e qualche volta non dico che vincano i buoni, ma il futuro del Paese prende il sopravvento, e i genitori guardano i figli e capiscono, e i figli guardano i padri e capiscono, e tutto potrebbe cambiare, basterebbe così poco, e magari cambierà, se ti ci metti anche tu.

Se ci si ferma a pensare, scopri che la vita vince sulla Tv e i suoi camerieri prezzolati, e magari la riscossa passa anche da altri uomini e donne di televisione che oggi neanche ti immagini, e da altri intellettuali che già premono, giovani come sono sui vecchi insopportabili tromboni, e quando sarà, potrai se vorrai essere dalla loro parte.

Se ci si ferma a pensare non si è finiti. Anzi, tutto ricomincia: ci si mette in cammino, e si cambia il Paese.

Non domani. Adesso.

Buon vento.


Risposte

  1. Io oggi, in questa giornata di pioggia sottile, non riesco a condividere la seconda parte del tuo ragionamento, ma solo la prima.
    Preferisco guardare fuori di qui, a un Obama capace di rivoluzionare il suo paese con una riforma della Sanità, a una Francia capace di far cambiare il vento della politica… All’Italia, oggi, in questa giornata di pioggia sottile, preferisco non pensare

  2. “Se ci si ferma a pensare, ci si accorge che una manifestazione in cui si fanno giurare degli adulti non all’autorità dello stato e di qualche Dio, ma di una persona”

    e se quella manifestazione passasse alla storia come il canto del cigno, l’ultimo atto del declino del berlusconismo??

  3. 13 candidati alla presidenza di altrettante Regioni giurano fedeltà al governo nazionale.

    Evviva il federalismo!!!

  4. Oggi praticamenti tutti i quotidiani nazionali titolano a nove colonne sull’ intervento del card. Bagnasco di ieri, in cui il capo della CEI invita esplicitamente a votare a destra, perche’ la destra e’ contraria all’aborto. Va detto con molta chiarezza e al di la’ del linguaggio sempre molto prudente e felpato usato in queste circostanze. Lo dice anche con molta chiarezza l’editoriale del direttore di Avvenire di oggi, che si intitola “Riconoscere il male e non farsi incantare”. Appunto.

    http://www.avvenire.it/Commenti/ed+tarquinio+Dalla+parte+dei+piccoli+e+degli+indifesi_201003230738252000000.htm

    Il direttore lo dice chiaro: Bagnasco si riferisce alla Bonino. E alla Bresso.
    Ecco se mi fermo a pensare mi risulta sempre piu’ evidente l’errore clamoroso delle gerarchie ecclesiastiche italiane di questi ultimi anni in materia di rapporti con la politica. Ma credono davvero i vescovi italiani che consegnando il paese a questo individualismo, razzismo ed edonismo sfrenati, al disprezzo totale per le regole di convivenza civile e alla mentalita’ che ne consegue si faccia qualcosa di concreto contro il dramma dell’aborto? la Lega distribuisce il sapone per lavarsi le mani dopo aver toccato un immigrato e Bagnasco non dice niente? No mi spiace: succedera’ solo che si alimenta un cattolicesimo di pura facciata, cinico e opportunista. Gli aborti non diminuiranno con questo, anzi! E’ semplicemente sconvolgente vedere come molti vescovi abbiamo dimenticato un comandamento fondamentale: “Non nominare il nome di Dio invano!”.


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