Leggo il duro commento di Albert al mio post precedente (duro non nei miei confronti, ma di certe prese di posizione della CEI), e sono stimolato a seguire la vicenda un po’ più da vicino. E a dire la mia, perché sono cattolico, praticante, il che non significa nulla se non per me e per come ho deciso di vivere la mia vita.
Alcune considerazioni semplici semplici: ho scaricato e letto il discorso del Cardinal Bagnasco all’Assemblea della CEI. E’ un lungo discorso, molto complesso, denso di osservazioni su vari aspetti della vita religiosa e civile degli italiani. Il riferimento alla cultura della vita e all’aborto c’è, ed è chiaro. Ma è un passaggio accanto alla cultura della soolidarietà, dell’accettazione dell’altro, dell’onestà e di altri valori. Dunque, colpisce un po’ che proprio il tema dell’aborto sia emerso, quasi unico, nella ricostruzione mediatica. L’articolo di Avvenire citato da Albert focalizza in effetti soprattutto la dimensione della dfesa della vita, e si può discutere se questa sia una lettura corretta, parziale o completa. Ma è questione di Avvenire.
In una precisazione, forse tardiva, dei vescovi della Liguria, la complessità dei valori e la loro non negoziabilità globale è ribadita chiaramente. Il che significa che vi sono alcuni valori fondamentali a cui il cristiano non può rinunciare. A nessuno di essi. Sono d’accordo che questa sia l’interpretazione corretta del discorso, a una lettura approfondita.
Non entro ovviamente sulla posizione della Chiesa nei confronti dell’aborto, perché il tema esula dal nostro discorso, e anche perché mi pare che sia quantomeno utile che le posizioni su questo tema siano differenziate, come lo sono le sensibilità e i punti di vista. Utile, voglio dire, dal punto di vista della libertà di opinione e della qualità del discorso democratico.
Ma allora, si potrà dire, qual è il consiglio che la Chiesa italiana dà ai cattolici italiani a proposito del voto possimo? Credo che la risposta possa essere una sola: votate per chi ritenete possa essere un governante migliore, ma ricordate che nessuno dei programmi e delle forze in campo risponde automaticamente ai valori cristiani. Per quelli vi dovete impegnare di persona, e nessuna delega in bianco potrà essere data.
Naturalmente, si potrà dire, non è quello che ne risulta dalla lettura mediatica del discorso del card. Bagnasco. Vero, il che forse rimanda a un minimo di ingenuità nel modo in cui spesso la Chiesa si esprime, come se non vi potessero essere deformazioni una sopra l’altra. Si cerca di reagire articolando il discorso, limando le sfumature. E invece forse sarebbe bene dire pane al pane e vino al vino.
Ma magari sbaglio.
Buon vento, gente.
Caro Professore,
il suo bel post mi stimola a continuare il discorso iniziato col commento di ieri.
E’ vero, una lettura distesa del documento suggerisce un’ interpretazione molto piu’ seria e complessa di quella riversatasi copiosamente sui media di ieri. Come dice anche lei tuttavia ci sono passaggi che prestano molto bene il fianco quantomeno a delle semplificazioni, se non a dei “misunderstandings”. Spiego meglio: il Cardinale Bagnasco parla della piaga dell’aborto con argomenti serissimi e in gran parte condivisibili, ma non e’ questo il tema. A un certo punto nel paragrafo 8 della prolusione una frase recita: “In questo contesto, inevitabilmente denso di significati, sara’ bene che la cittadinanza inquadri con molta attenzione ogni singola verifica elettorale, sia nazionale, sia locale, quindi regionale”. In quel “sia locale, quindi regionale” a mio avviso si annida l’ errore, o se vogliamo, come suggerisce anche lei, l’ ingenuita’ in fatto di comunicazione. Perche’ si e’ voluto legare troppo strettamente un tema cosi’ alto ad un’elezione amministrativa dove non e’ in gioco una politica legislativa, ma l’amministrazione di una regione. Detto papale-papale (senza ironia!): la propensione all’ aborto non aumenta o diminuisce in alcun modo se ad amministrare e’ la Bonino o la Polverini. A me sembra che legare in quel modo in un’argomentazione la questione aborto e la scadenza elettorale sembra proprio cucito sulla questione Emma Bonino. E l’esponente radicale viene considerata (non in questo documento ma in molte prese di posizione ufficiali e ufficiose) non come candidata ad amministrare una regione (programma in cui l’aborto non c’entra niente!) ma come la radicale abortista coi suoi trascorsi passati. Questo, se puo’ essere comprensibile “psicologicamente”, mi sembra un errore metodologico e di ragionamento politico. Credo ad es. che per combattere la propensione all’aborto sia importante costruire molti asili nido, agevolare il part-time delle donne, proteggere le fasce deboli della popolazione, integrare le donne immigrate ad inserirsi nel tessuto sociale ecc. Io come cattolico cercherei di votare per questi programmi politici, non per chi continua a proclamarsi politico cattolico e di questi temi non solo si disinteressa, ma di fatto e’ per politiche antitetiche… chiedo scusa, il commento e’ gia’ troppo lungo per cui la smetto. Spero di aver contribuito alla discussione e che si possa magari continuare…
Buon Vento a tutti!
By: albert on 24, marzo, 2010
at 3:29 PM
Caro Albert, i vescovi potranno essere un po’ ingenui nel comunicare ma sanno molto bene quello che è in gioco, e il richiamo all’aborto è assolutamente centrale perchè in Italia la spesa sanitaria è gestita in modo autonomo dalle regioni, quindi la scelta del voto andrà a impattare in maniera fortissima su questo aspetto. Le prossime giunte regionali decideranno quindi anche se orientare i finanziamenti verso chi risolve i problemi alla spiccia (aborto e pillola abortiva, e politici come Bonino sono i campioni di tale approccio) o chi si impegna per dare risposte più approfondite e in linea con i valori cristiani.
buon vento
ivan
By: ivan on 25, marzo, 2010
at 6:32 am
@Ivan:
certo, la spesa sanitaria viene gestita autonomamente dalle regioni e rappresenta quasi sempre percentuali molto significative (spesso attorno all’80%). La legislazione sull’aborto pero’ non viene nemmeno sfiorata dal modo in cui la regione Lazio spende i suoi soldi nel campo sanita’. Anche la somministrazione (eventuale) della pillola abortiva recepisce la legislazione nazionale. Cosa significa che “le giunte regionali decideranno se orientare i finanziamenti verso chi risolve i problemi alla spiccia….”?
Se il presidente della giunta regionale sara’ la Bonino i finanziamenti verranno orientati in modo tale che ci saranno piu’ aborti? se il presidente sara’ la Polverini invece gli aborti diminuiranno?
Io non credo a queste argomentazioni, credo che ci sia un sofisma dietro. Garantire una pratica abortiva normata dalla legge all’interno di strutture sanitarie “ufficiali” non fa aumentare gli aborti (al limite li ha fatti diminuire). Non credo che un paese civile possa (dolorosamente) farne a meno. Se vogliamo davvero combattere la piaga dell’aborto oggi a mio avviso il lavoro che va fatto e’ sulle coscienze, anzitutto. E poi sulle condizioni materiali che possono spingere ad un simile gesto.
Non si abortisce mai a cuor leggero, ma come un’ “extrema ratio” dove la dimensione estrema puo’ essere dovuta alla disperazione personale, alla solitudine, all’ ostilita’ del tessuto sociale.
O all’ opposto per una mentalita’ sfrenatamente edonista e nichilista.
E’ vero, spesso i radicali affermano un’ ideologia in cui non mi riconosco e che come cattolico mi urta. Ma la Bonino si presenta con un programma elettorale concordato con tutto il centro-sinistra, dove militano moltissimi cattolici e non credo siano tutti impazziti. Su questo io vorrei giudicarla, e non sul suo passato.
E non voglio nemmeno pensare che dietro certe prese di posizione ci siano invece proprio -come scopo ultimo e non accessorio- le decisioni su come orientare i finanziamenti alla sanita’.
Buon vento a te 🙂
By: albert on 25, marzo, 2010
at 10:27 am
Bravo Albert!
Da non cattolico, condivido completamente il tuo discorso del post precedente e di questo in risposta al mitico Professore che apprezzo, seguo e rilancio spesso sul mio blog.
Ora, il problema che hai/avete inquadrato mi sta molto a cuore.
Provengo dalla classica famiglia romagnola catto-comunista/socialista e sono cresciuto alla fine degli anni 70 fra la politica di CL e di Lotta Continua… Mia nonna andava a Messa tutte le mattine alle 6:30, mia mamma tutte le domeniche e feste comandate. Mio nonno nel frattempo andava al Circolo o alla Casa del popolo a giocare a bocce, a carte o a discutere. I miei zii aspettavano le mogli e la mamma fuori dalla chiesa discutendo di politica o dei fatti quotidiani. Sono battezzato, catechismo, comunione e cresima assolti, ho frequentato anche per un anno CL di allora.
Avrei voluto fare una campagna su YouTube proprio sul rapporto politica e cattolici/cristiani, sul politica e la Chiesa e suoi Ministri, ma non l’ho fatto e me ne pento, anzi dovremmo pentircene tutti… Perché il problema non sta nel tema dell’aborto, del testamento biologico, etc, ma in quello squisitamente politico, etico: i cattolici (o ai cattolici), si dovrebbero chiedere perché votano il peggio della politica negli ultimi 20 anni. Si dovrebbero chiedere cosa c’entra l’insegnamento di Cristo con i politici del PDL e della Lega. Cosa c’entrano i 10 comandamenti con PDL e amici. Quale, seppur rara e piccola, parte del Vangelo viene recepita e applicata dalla politica dei Governi di Berlusconi odai loro amministratori pubblici.
Da non cattolico e da non comunista, ma da libertario, sono STUPEFATTO dalla inconsistenza dell’opposizione su questi quesiti ogni volta che si va ad elezioni e si assiste (oggi non più grazie al PDL) ad un dibattito fra le parti.
Sono meravigliato dalla CEI, dall’Avvenire, dal Vaticano, che non si accorgono e non prendono posizione, su una necessaria e inevitabile, ormai, rifondazione della comunità cristiana/cattolica nel nostro paese e di conseguenza dei suoi rappresentanti nel potere temporale. Come si può non accorgersi che Berlusconi in particolar modo, ma anche gli emergenti politici di CL, si vogliano SOSTITUIRE a Cristo e vogliano propagandare il LORO VANGELO.
Sappiamo tutti molto bene da almeno 60 anni, quanto sia importante e decisivo il voto dei cattolici, anche non praticanti, nel nostro Paese. E ci si chiede quindi quale sia la parte politica che oggi difende o meno l’aborto? Si vuole mettere davvero quel tema in relazione di priorità con quello del lavoro, oggi?
Trovo Bagnasco un personaggio ambiguo e negativo per la rinascita del mondo cattolico, credo che oggi molto più che al tempo dei democristiani, i cattolici italiani abbiano fatto una scelta di campo precisa e indubbia:
l’ipocrisia, le bugie, l’interesse privato su quello della comunità, l’intolleranza, la superbia, l’arroganza, l’avidità su tutte, sia nel potere che nel denaro.
Credo che oggi più che mai, la vergogna e l’illegalità di questo paese vada cercata fra i cattolici, piuttosto che fra gli ex comunisti. Così come i socialisti degli anni ’80 tradirono i loro padri fondatori, i cattolici dell’ultimo ventennio hanno tradito il Vangelo e Gesù. E mi riferisco agli elettori, ovviamente in questo caso.
Non cito quelli di sinistra, perchè hanno sempre dimostrato nei fatti e col voto, di criticare duramente l’operato scorretto dei loro rappresentanti.
E se mi permettete, trovo ridicolo e offensivo sentire certi ministri della Chiesa che si lamentano del poco seguito che hanno oggi, rispetto a ieri. Mi sarei aspettato una vera e propria scomunica della cultura televisiva di Berlusconi, invece…interessi privati in atti d’ufficio del sacramento…
Vi auguro anch’io buon vento, ma che tiri da un altra parte… dalla parte di quei, pochi, cattolici che hanno fatto della coerenza al principi del loro credo uno stile di vita, di ricerca, di lavoro.
By: Pier on 25, marzo, 2010
at 8:23 PM
@Pier.
Teniamo sempre presente un principio essenziale, che ha ragioni profondissime, e che ha riassunto in modo lucido Fausto Colombo: “nessuno dei programmi e delle forze in campo risponde automaticamente ai valori cristiani. Per quelli vi dovete impegnare di persona, e nessuna delega in bianco potrà essere data”.
Se c’e’ una cosa a mio avviso intollerabile di certe prese di posizione politiche (va detto: sopratutto a destra) e’ invece la strumentalizzazione della dottrina sociale della chiesa, palesemente per accaparrare voti. Questo lo trovo, non credo di esagerare, blasfemo. Cercare faticosamente di tradurre i principi cristiani in azione politica credo sia una delle cose piu’ delicate e faticose che ci possano essere e richiede grande intelligenza e umilta’. E soprattutto rispetto. Insomma, il contrario della strumentalizzazione. E credo anche che sia per questo che il compito delle gerarchie ecclesiatiche (che mi permetto di criticare perche’ sono convinto che una presenza viva della chiesa nella societa’ sia un enorme beneficio) sia molto, molto difficile, sopratutto per il tipo di controparte politica, con cui si ha spesso a che fare!
By: albert on 26, marzo, 2010
at 11:11 am