In questi giorni – come in ogni occasione elettorale – si parla molto della campagna in rete, della comunicazione politica nei media, eccetera. Ovviamente, resta poco da dire, visto che quasi tutti gli argomenti possibili sono praticamente esauriti, spesso con ottime e intelligenti osservazioni. Mi limito a segnalare tre casi che mi paiono davvero interessanti, anche se sotto gli occhi di tutti.
Primo caso. Il Berlusconi di Porta a Porta, e soprattutto il Vespa di Porta a Porta. Hanno ragione i commentatori che hanno osservato una presa di distanza, una specie di raffreddamento dell’abituale ospitale calore del conduttore? Sia vero o no, penso di dover ribadire che c’è sempre una circolarità tra il feeling mediatico e il feeling politico. Il carisma non è illimitato: si rafforza o si indebolisce nei fatti, nella politica, persino nel ciclo biologico del carismatico. E forse è il caso di dire che è questo che stiamo osservando: la radicalizzazione della crisi di una rappresentanza e di una rappresentazione.
Secondo caso: il profilo Facebook di Moratti e l’ipotesi (complottistica?) dei “mi piace” gonfiati. Ho già scritto da qualche parte cosa penso dei “mi piace” di FB, e non ci tornerò sopra. In breve, secondo me avrebbero più senso se ci fosse accanto anche il bottone “chissenefrega”. Comunque, i casi sono due: o i numeri sono quelli davvero, e allora c’è da chiedersi chi cura la campagna di Moratti e si è accorto solo adesso di poter sfruttare FB; oppure sono costruiti con trucchi informatici e rimbalzi di profili e siti, e allora c’è da chiedersi chi cura la campagna di Moratti e crede ancora che le campagne elettorali si vincano con i “mi piace” di FB… Mah.
Terzo caso: la pubblicazione sotto mentite spoglie di sondaggi elettorali, sotto forma di quote scommesse e così via. Una dimostrazione di come le regole al tempo della rete siano diverse da quelle che valgono per i tradizionali bottlenecks dei media, e insieme un bell’esempio di come le emozioni e la curiosità possano saturare tutto, nell’attesa.
Un’ultima considerazione. Un collega sostenitore di Moratti mi scrive una bella lettera, dicendomi che immagina che io voti dall’altra parte (e lo dico, voterei dall’altra parte, se votassi a Milano), ma vuole propormi lo stesso le motivazioni del suo voto per il sindaco uscente. E’ una bella lettera, fatta da chi pensa che il dibattito politico possa essere civile e razionale. Gli rispondo con le mie ragioni opposte alle sue, spendendo del tempo per un dialogo che comunque lo merita. Mi ringrazia della risposta. Sbaglio a pensare che in qualche modo abbiamo a nostro modo abitato in modo corretto la sfera pubblica?
Ultimissima battuta. Sento l’emozione come tutti. Ricordo a tutti quello che disse il compianto Gianni Brera prima della finale Italia Germania del Campionato Mondiale in Spagna (1982): coraggio, aspettiamo.
Ora e sempre buon vento.
stiamo vivendo una stagione difficile. è banale dirlo, affermarlo, ma sento di scriverlo qui. le tue interrogazioni, sono le mie. non voto a milano. ma a roma, per esempio dove opero da 11 anni e dove non sono residente, il contesto politico dell’opposizione ad alemanno attende con aspettativa l’esito elettorale per poter intervenire in modo incisivo sull’andamento dell’ingovernance di questa città. ora. la campagna elettorale che si sta consumando davanti ai nostri occhi virtuali è a mia avviso molto più indicativa di quella reale. il consenso passa attraverso le protesi tecnologiche che tu conosci meglio forse di chiunque. eppure hai un limite. non sei un nativo digitale. per questo la tua domanda che poni in fondo a questa nota purtroppo per quanto mi riguarda ha la seguente risposta. sia tu che la tua collega afferite a canoni che non esistono più oggi. canoni in cui i modi erano civili, tra schieramenti diversi. oggi non più. le considerazioni che fai sopra e ciò che viviamo ognuno nel proprio contesto e attraverso i media e new media ci costringono a verificare da parte dello schieramento di governo modi di attacco pari a quelli di una guerra senza limiti e regole pur di non mollare la presa. dall’altra, l’opposizione, un arrancamento senza posa, un’inadeguatezza come la nostra, come la tua. di fronte ai nuovi untori di milano, di fronte a alla sfrontatezza e a tanta incivile battaglia posso solo verificare che la vita ci darà ragione. buon vento, con le vele davvero al limite della propria integrità.
By: giuliana on 26, Maggio, 2011
at 10:40 am