Pubblicato da: faustocolombo | 16, settembre, 2009

Il bel libro di Maryanne Wolf

Ieri ho presentato all’Università il bel libro di Maryanne Wolf, Proust e il calamaro, meritoriamente tradotto dall’editrice Vita e Pensiero, che il suo direttore, Aurelio Mottola, sta portando a successi davvero meritati. La professoressa Wolf è una delle grandi esperte mondiali di dislessia, ma questo libro parla anche di molto altro, con puntate nei temi che mi riguardano da vicino.

In sintesi, l’autrice dimostra che non siamo nati per leggere. Non c’è un’area del cervello deputata alla lettura. Invece, diverse aree del nostro cervello sono via via implicate, e questo perché la specie umana ha imparato a leggere usando con elasticità e creatività biologico-evolutiva le capacità che aveva a disposizione. Ne deriva, per esempio, che i cervelli di chi legge l’alfabeto occidentale, quello giapponese o quello cinese, funzionano in modo differente. Ma tutto questo è scritto in un continuo confronto con autori come Platone e Benjamin, Ong e Proust, appunto (naturalmente, meno dialoghi con il calamaro… evocato perché ha un solo neurone lunghissimo, ben studiato dai neurologi per i processi di apprendimento).

Infine, la Wolf si interroga su come l’era digitale cambi i processi di apprendimento, e dà alcune indicazioni molto interessanti, che potrei riassumere così: li cambia di sicuro, ma il modo in cui li cambia dipende anche da come noi affronteremo il problema dell’educazione nell’era digitale. Perché a leggere si impara, leggendo ci si immerge nella realtà degli altri e se ne torna cambiati, e leggere dipende da una intera cultura e da una intera società.

Insomma, è stato tutto molto interessante e divertente. Grazie, signora Wolf.


Risposte

  1. Se in passato segni e alfabeti ci ganno aiutato a decifrare il circostante per sopravvivere noi eravamo i server di noi stessi oggi con lo specialismo estremo degli infoserver rischiamo di diventare serviti-asserviti se non ci applichiamo a considerare le interfacce digitali strumenti non dominanti.Cosa assai difficile perchè l’habitat high tech da noi stessi approntato fa tranquillamente a meno dei bio- tempi della conoscenza….


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