Pubblicato da: faustocolombo | 3, aprile, 2011

The show must go on

Si deve essere detto così, Silvio Berlusconi, da un po’ di tempo a questa parte. E’ di nuovo scatenato come ai suoi tempi migliori (che per qualcuno sono i peggiori): barzellette sconce, promesse insensate, battute, sorrisi tronfi. Abbiamo parlato così tanto e così spesso del grande dadaista su questo blog che io stesso avverto un senso di stanchezza appena digito sulla tastiera e so che mi tocca parlare di lui. Ma tant’è: a Lampedusa soprattutto è andato in scena il solito copioni, un po’ liso, ma evidente nella sua sceneggiatura sempre uguale. Funziona così: la pièce si apre con un  problema, grave, magari tragico: un asilo imploso per un terremoto con i bambini dentro, una città distrutta da un altro terremoto, una guerra alle porte con i profughi (si chiamano ancora così, dalle mie parti) che bussano a casa nostra. Dolore, panico, terrore. Poi arriva il protagonista. Il suo ruolo è il deus ex machina, quello che risolve le cose e fa trionfare il bene. Infatti arriva e come Atena nelle tragedie classiche dice va bene siamo colpiti dalle vostre sofferenze, adesso rimediamo. Applausi, fine della pièce. E vissero tutti felici e contenti.

Unfortunately, la questione è più complessa, perché chiuso il sipario resta la realtà, e lì le cose sono più complicate. Che so, la ricostruzione all’Aquila è più lunga del previsto e ci sono un sacco di casini. Oppure i profughi non partono da Lampedusa perché c’è mare grosso, il che – voglio dire – può anche capitare, e quindi è inutile fare gli smargiassi prima, eccetera. Allora si possono fare due cose: a) si sposta la scena verso un nuovo miracolo; b) si nega che le cose non stiano andando come previsto e si fa un “continua” su qualche medium compiacente per dimostrare la propria tesi.

Ma la cosa che davvero, davvero davvero colpisce me è la guasconaggine: si deve ricostruire un asilo? Si dice che sarà il più meravigliosissimo del mondo. Si deve ricostruire una città? Si afferma che si farà più in fretta di tutti gli altri compreso il Padre Eterno. Si deve svuotare un’isola tormentata? Si promette che i migranti staranno benissimo e che gli abitanti saranno ricompensati con una vita da nababbi e il nobel per la pace. E’ quella che ho definito l’ottica del record, e che va bene per i venditori di piastrelle a domicilio, ma che c’entra con il governare il Paese?

Non sarebbe meglio dire: amici miei, siamo turbati dalle vostre pene, che sono anche le nostre. Lavoriamo insieme per migliorare la situazione. Il dolore non passerà, ma almeno vi avremo dimostrato che siamo uniti, e condividiamo la stessa terra e gli stessi valori. Sì, sarebbe meglio, ma addio deus ex machina. E’ che è inutile avercela con il grande dadaista. Io nutro un forte rancore per chi gli ha affidato un Paese, e ha voluto credere che esista Babbo Natale, senza neanche la barba (per la verità, anche a capelli non ci siamo tanto).

Ma comunque ora e sempre buon vento.


Risposte

  1. la sua rabbia è pricisa la mia !
    in quanto al guascone, proporrei per lui una parte in quel film in uscita nelle sale
    dove un pazzo senza freni si improvvisa superman salvatore del mondo senza però averne i poteri. Lascio all’immaginazione le disastrose conseguenze. Anzi
    non occorre la fantasia, basta guardare la realtà. La nostra, purtroppo.

  2. Non che non si sapesse, ma sentirselo raccontare così… :o(
    “Io nutro un forte rancore per chi gli ha affidato un Paese”: ecco, questo sia un altro danno irreversibile compiuto da questo guascone.
    Ha creato odio e rancore, il concetto di “amico e nemico” e, quello, non passerà facilmente


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