Il titolino di questo post è tratto da una poesiola di W.H. Auden, che ho letto tanti anni fa in un libro di Ivan Illich, Nella vigna del testo. La poesia fa così:
“Some thirty inches from my nose /The frontier of my Person goes,/ And all the untilled air between/ Is private pagus or demesne./ Stranger, unless with bedroom eyes/ I beckon you to fraternize,/ Beware of rudely crossing it:/ I have no gun, but I can spit”.
Amo molto Auden, e soprattutto questa composizione, che parla della nostra idea di privato, della piccola sfera in cui viviamo chiusi, e da cui possiamo decidere di uscire, ma non a comando. Ma non è di questo che vorrei parlare.
L’argomento vero è la rabbia feroce che mi prende quando provo ad assistere ai dibattiti televisivi e scopro che c’è sempre un guastatore che dà sulla voce agli altri; assume un’aria saccente come a dire: sei comunista ti ho sgamato; accusa di ideologia dall’alto di una propria ideologia falsa e bugiarda. Questa rabbia mi preoccupa. L’altra sera avevao a cena mia figlia, e mi sono sorpreso a dire: bisognerebbe spararle, riferito a una persona che non dirò, che partecipava a un dibattito sulla guerra in Libia e contestava in questo modo i ragionevolissimi dubbi di varia natura espressi da altre persone sull’ondivago atteggiamento italiano. Poi mi sono accorto dell’enormità della mia reazione, della mia reazione di persona tutto sommato abbastanza mite, che non alza le mani su nessuno, ed è pure obiettore di coscienza. Da dove viene questa rabbia? Dalla constatazione di un’impotenza. Vediamo la falsità di certi politici, ne percepiamo la debolezza culturale e morale. Scorgiamo distintamente le menzogne come tali, e anche la verità in sottofondo. Ma non possiamo fare nulla. lo spettacolo della distruzione del Paese e della ragione continua indisturbato. Eppure occorre non farsi trascinare né dall’impotenza né dalla rabbia. Per parte mia credo che l’idea di Auden sia buona. I have no gun, but I can spit. Non sono armato, ma so sputare. A questi falsi profeti va tutto il mio disprezzo. No. Niente armi. Ma niente mi impedirà di urlargli in faccia, d’ora in poi.
Buon vento
C’è una cosa che mi conforta!
Qualcuno, che tu conosci bene, se oggi potesse ancora dirlo, direbbe:”INFELICI”.
Ciao, a presto. Abbiamo davanti l’eternità.
By: alessandro on 25, marzo, 2011
at 2:37 PM
ci vorrebbe uno sputo cosmico!
By: albert on 25, marzo, 2011
at 2:41 PM
@alessandro: è proprio vero!!! come dimenticarlo. Benvenuto, Alex.
By: faustocolombo on 25, marzo, 2011
at 4:54 PM
anch’io, persona mite, mi trovo ad avere reazioni verbali che non mi riconosco, davvero è la consapevolezza di questa ipocrisia che viene alimentata anche dai media che mi deprime, ma non cadiamo nella spirale del silenzio! forse se sputassimo tutti insieme sarebbero sommersi,occorre organizzarci!!!
By: camilla on 26, marzo, 2011
at 11:05 am
mi riconosco anch’io, persona calma e riflessiva in genere, in questa sindrome del “but I can split”. Credo che affligga soprattutto le persone che non sanno accettare
le brutture degli ultimi anni e non sostengono chi le ha generate. Aggiungo che il “male” aumenta e diventa insopportabile di fronte a tutte quelle persone che, invece, raccolgono tutto passivamente e, anzi, difendono a spada tratta l’operato di chi governa. Anche a loro una parte di disprezzo.
By: alessandra r on 26, marzo, 2011
at 3:40 PM
amo molto lo scrivano di Melville: preferirei di no.
Il disprezzo “morale” e la “ribellione” è certo meglio delle armi.
E’, in fondo, uno “sputo morale”
By: roberto Carnesalli on 26, marzo, 2011
at 6:29 PM