Come dice Giovanni Boccia, le dichiarazioni che si susseguono su ogni vicenda italiana, compreso il dibattito nella blogosfera e sui social networks non sono sempre opinione pubblica, ma a volte solo opinione in pubblico. Però a me la seconda piace solo a volte, mentre la prima mi preoccupa sempre, nel senso che cerco di occuparmi della sua qualità, che secondo me favorisce la qualità delle democrazie. Ora, se si vuole avere un’idea di quanto la nostra democrazia deperisca, basta guardare la qualità dell’argomentazione nella pubblica opinione. Prendiamo il caso recente di B. Ecco gli argomenti che i corifei e i partecipanti ai forum, nonché i commentatori terzisti tipo Ostellino e i berlusconiani della prima, seconda e ennesima ora adducono a contrasto delle spaventose rivelazioni in corso:
a) le intercettazioni non sono legittime, perché i giudici non sono territorialmente o istituzionalmente competenti, perché intercettano gente comune, perché si infiltrano nelle case e nelle camere da letto prefigurando uno stato di polizia, perché sono il risultato di una attività investigativa enorme, che non si mette in atto in altri casi e così via. Ottima argomentazione giuridica, ma interessa i tribunali. L’opinione pubblica è invece toccata dai contenuti delle intercettazioni e delle prove. E negare queste ultime facendo ricorso alla critica dei modi d’acquisizione ricorda il bambino che colto sul fatto di una marachella dice al genitore: ma tu ti spii, non ti fidi di me!
b) i fatti sono falsi. Le prove sono false. Ora: tutto va bene, ma come si fa a dire che sono false le intercettazioni? Qualcuno le ha manipolate? Reato gravissimo, mi pare. Si denuncino i presunti responsabili… Ma se sono vere, che cosa è falso? I fatti raccontati? Chi racconta i fatti li ha enfatizzati? Ma non è abbastanza grave anche solo lo scenario che porta agli eventuali fatti minimi che i testimoni involontari avrebbero enfatizzato? Oppure, variante due, le trascrizioni sono state fraintese. Leggi Emilio Fede che spartisce l’eventuale esito della sua intercettazione con Lele Mora: erano solo battute…. Ma lo scenario complessivo che battute di questo genere disegnano non è egualmente sconfortante?
c) ciò che uno fa nel suo privato sono fatti suoi. Esatto: dunque posso mettermi a stampare denaro falso come Totò e Peppino ne La banda degli onesti, perché a casa mia faccio quello che mi pare.
Mi pare che tutte queste argomentazioni siano veramente deboli come qualità argomentative. E dunque? E dunque sono molto probabilmente speciose da parte di chi le inventa, e segnale di stupidità da parte di chi ci crede. Ma forse nemmeno di stupidità: forse qualcuno ha bisogno di credere in un’icona, quella del vecchio SB, il grande dadaista, e pur di non smettere di crederci ammette qualunque sciocchezza, qualunque paralogismo. Non toglietegli la sua convinzione, o sarà vuoto, si scioglierà la sua identità come neve al sole. Questi non sono cittadini. Sono, senza saperlo, il cancro profondo della democrazia, proprio perché accettano la corruzione dell’argomentazione nell’opinione pubblica.
Ancora qualche considerazione: si racconta nei documenti investigativi di scene uscite dai film erotici italiani degli anni Settanta: ragazze travestite da poliziotte e infermiere, lap dance, tante vergini per quattro anziani draghetti… Ecco, niente di più di quello che si vede in tv in qualunque spettacolino pomeridiano o serale. Tutto si tiene: la corruzione di una parte delle giovani generazioni attraverso l’ideologia del denaro, della visibilità e del successo facili, che in realtà significano prostituzione delle anime, nel migliore dei casi. Le istituzioni svolgono, lo sappiano o no, lo vogliano o no, un ruolo pedagogico, nel bene e nel male. Non so chi pagherà per questa pedagogia all’incontrario che promuove la bellezza che accetta di trasformarsi in prostituzione e boccia la scuola e l’università come inutili o ideologizzate. Ma qualcuno pagherà, di sicuro. E saremo tutti quanti, probabilmente.
Buon vento gente. Sento i brividi. Sarà la tramontana?
Sono nauseato dei polici e di tutti questi fatti! Non se può più. La vita per le persone comuni è molto dura,è fatta di sacrifici per tirare avanti e vivere con dignità e coerenza.
Avere una classe politica così medriocre e senza valori minimi,è scoraggiante.
By: giuseppe on 19, gennaio, 2011
at 10:41 am
L’indignazione è un buon termometro dello stato di salute dell’opinione pubblica, a mio parere. Basterebbe paragonare quel termometro negli anni di Tangentopoli a quello attuale per trarne conclusioni amare. Soprattutto sullo stato della nostra informazione, che evidentemente ha saputo anestetizzare la capacità di reazione di una larga fetta di cittadini. Ieri sera il TG1, l’organo di informazione più seguito, ha messo accanto alla cronaca (al solito affogata in commenti di 20 secondi di maggioranza e opposizione) un servizio sulla vicenda di Giovanni Leone, lo scandalo Lockheed (http://www.leggonline.it/articolo.php?id=101436). Una buona dose di anestetico, magari un po’ grossolana, ma chi se ne accorge intanto?
By: Silvano on 19, gennaio, 2011
at 11:01 am
Dei politici corrotti e corruttori, senza princìpi, privi di etica, tronfi, avidi e piccoli
così abbiamo largamente appreso le gesta. Quello che trovo inconcepibile è che
un’ampia parte della gente che vota- non credo sia più la maggioranza- non sappia o non voglia valutare la realtà dei fatti. E non parliamo di idee politiche, chi ha
avuto il mio voto deve ottenere anche la mia stima, prima come persona. Altrimenti che vada a raccogliere banane, senza offesa per la categoria.
Io non intendo pagare per la bassezza umana di alcuno.
By: alessandra r on 19, gennaio, 2011
at 1:17 PM
si sta arrivando verso uno scontro molto duro. Immaginatevi cosa potrebbe succedere se 1) Berlusconi viene condannato al carcere e 2) Berlusconi rivince le elezioni. Cosa succederebbe?
By: Hamlet on 19, gennaio, 2011
at 2:03 PM
Ragazzi! Siamo in mano alla MEDIAcrazia diretta da “B.” che ovviamente sta per Burattinaio. Ecco perchè il ministro Gelmini si preoccupa di far sapere che la laurea in scienze della comunicazione è inutile, per comunicare e manipolare il Pensiero coi media ci vogliono solo pochi requisiti: bassa statura, qualche villa qua e là, qualche conto corrente sostanzioso, un’aia, e non harem, di signorine che ahimè hanno avuto poco dalla vita e un esercito di “magistrati-nemici”. Un cocktail micidiale per un “Latte Più” che intontisce e manda a quel paese il Nostro Paese.
By: Chiara Toniolo on 19, gennaio, 2011
at 7:05 PM