Pubblicato da: faustocolombo | 10, aprile, 2010

Un convegno sulle scienze dei media

Il 6 e 7 maggio prossimi, in Cattolica e all’Università IULM si terrà un convegno di studi in cui sono coinvolto personalmente, anche come organizzatore, insieme a diversi colleghi di tutta Italia di cui avrò modo di parlare più avanti. Il tema del convegno mi pare interessante anche per questa navicella, e quindi faccio un rapido cenno in questo sabato assolato, in cui fra un po’ mi fionderò in giardino a chiacchierare con la famiglia di merli miei affittuari a zero euro.

Dunque, un’idea che frulla in testa di una bella serie di studiosi è che sia ora di rimettere le mani nelle cosiddette scienze che si occupano di comunicazione per vederci un po’ più chiaro. E’ ovvio che di media si occupano diverse scienze (sociologia, psicologia, storia, storia dell’arte, semiotica, le cosiddette scienze dello spettacolo, eccetera). Alcune di queste discipline hanno metodologie proprie, che applicano ai media di cui si occupano, come potrebbero applicare a qualunque altro oggetto. Esempio: se sono un sociologo qualitativo le mie interviste a soggetti su come usano i media saranno metodologicamente simili a quelle che farei per chiedere come la gente viaggia e che significato dà ai propri percorsi. Alre discipline hanno affinato una propria sensibilità legata all’oggetto. Per esempio, gli studi sul fumetto, sul cinema, sulla Tv sono in genere ben condotti da persone che sono autentici specialisti del contenuto che trattano, e sovente usano metodologie miste, purché adatte a far emergere cose interessanti. Vantaggi del primo approccio: comparabilità e relatività dell’originalità dei media. Rischi: una certa possibile superficialità. Vantaggi del secondo approccio: precisione filologica, consapevolezza in profondità del ampi di indagine. Rischi: casino metodologico e addirittura indisciplinatezza.

A questo si aggiunga che – per una serie di motivi che sarebbe lungo spiegare – le discipline e gli studiosi che si occupano di media sono spesso inseriti a vario titolo nella macchina produttiva. Questo è molto evidente per la critica (per esempio quella televisiva usa in modo sempre più puntuale gli stessi strumenti della programmazione, come la lettura dei dati di ascolto), ma vale anche per le scienze vere e proprie, perché la ricerca si fa con i soldi, e spesso i soldi vengono da committenti implicati nella produzione industriale. Quello che è in discussione, a questo punto, è l’autonomia della ricerca e soprattutto delle varie discipline  (e ancora di più degli studiosi).

Insomma, è ora di fare il punto. E noi ci proveremo, perbacco. Se andrà bene, la sera del giovedì 6 presenteremo anche il nuovo libro che ho curato sulla Tv. Mi piacerebbe che ci fosse qualche navigante, se ha voglia. Sono convinto che ci troverebbe tracce dei nostri discorsi. E quando dico tracce, a proposito del nuovo libro, so quello che dico.

Buon vento.


Risposte

  1. non sto trovando il programma sul sito della Cattolica, sono stordito (probabile) o non c’e’ ancora? ci sara’ vero? il convegno sembra veramente interessante…
    grazie!

  2. Ci sarà a brevissimo.. ci stiamo ancora lavorando…

  3. 🙂
    grazie!


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