Come in una vecchia canzone di Mogol e Donida, cantata da Marisa Sannia, poi da Battisti, infine da Vasco Rossi, mi sono alzato, mi son vestito, e sono uscito solo per la strada… Ho cominciato a camminare. Non so se mi fermerò. Dove vado? Vado avanti un passo alla volta, a fare fino in fondo il mio mestiere di intellettuale, senza più guardare in faccia a nessuno. Intellettuale: parola grossa. Colui che pensa che il mondo possa essere differente, e lo dimostra usando l’arma della razionalità e della libera discussione. Un duro lavoro. Che richiede studio, approfondimento, fatica. E che produce, con una lentezza a volte esasperante, rispetto alle facili lusinghe dei media e di quegli pseudointellettuali che vi lucrano sopra, aderendo alle loro forme e alle loro parole d’ordine. Ma produce coscienze sveglie, voglia di cambiare, consapevolezza dei limiti anche propri.
E’ un lungo cammino, ma il primo passo è importante. Quindi cominciamo (ricominciamo?) a guardare ai media spietatamente, ai loro operatori altrettanto spietatamente, con il coltello della critica intellettuale e la buona coscienza dell’apertura mentale alla discussione e all’argomentazione di qualità, propria e altrui.
Fin quando si cammina? Fin quando si sente cantare in un bar. E dentro si trova gente come noi, e ci si ferma a discutere, cantare, fare casino, come nella canzone suddetta. Scusate. Potrei fare lunghi discorsi e lunghe analisi. Invece occorre partire da qui, per me. Mi sono guardato dentro e ho capito due cose:
1) la buona politica non è di destra o di sinistra: quelle sono le formule, le soluzioni, i valori e le persone. Ma la buona politica è una sola e comprende le differenze anche radicali. E’ fatta di verità, è fatta di passione, è fatta di rispetto. Per questo bisogna imparare a battersi da una parte e dall’altra. Io tengo alla buona politica prima che alla mia parte politica, a cui pure sono molto legato. Oggi non c’è una buona politica, e questo è il problema principale. Il resto verrà.
2) io, comunque, non mi arrendo. Scusate. Non sono capace. Io ricomincio a camminare da adesso. Potete pure aspettarvene delle belle. Arriveranno.
3) vado in montagna qualche giorno. Non mi porto niente, neanche il telefono. Solo libri e pensieri. A pensarci già sorrido. Qualche volta i potenti mi fanno pena.
Buon vento gente. Come dice l’incredibile meteorologo del Gazzettino Padano: nonostante tutto, pensieri positivi.
“Solo libri e pensieri”….e’ gia’ uno slogan politico, di buona politica, di cui abbiamo bisogno. E’ uno slogan fortemente sovversivo. Il libri e i pensieri fanno la rivoluzione 🙂
Buon vento di montagna!
By: albert on 31, marzo, 2010
at 6:01 PM
caro fausto, cari lettori del blog,
chi si arrende è perduto! così, visto che arrivano le vacanze, e il momento per meditare e tirare il fiato e leggere con calma, vi lascio tre interventi sul cinema che ho pubblicato su “minima et moralia”, il blog culturale di “minimum fax”:
http://minimaetmoralia.minimumfax.com/2010/03/31/there-will-be-blood/
http://minimaetmoralia.minimumfax.com/2010/03/22/un-strategia-esistenziale-violenta-e-primitiva/
http://minimaetmoralia.minimumfax.com/2010/03/14/l%E2%80%99isola-il-cinema-polveriera-di-kim-ki-duk/
a presto
giuseppe
By: giuseppe zucco on 31, marzo, 2010
at 10:26 PM
no, mai arrendersi!! Bisogna crederci fino in fondo e mai arrendersi!!
PS: lo sto dicendo a te o a me stessa???
spero a presto
debora
By: debora on 1, aprile, 2010
at 9:25 am
“Si muore un po’ per poter vivere” (cit.)
By: Anna S. on 1, aprile, 2010
at 10:43 am
Internet è magnifico, ma non permette alcune cose.
Per esempio di abbracciarti dopo aver letto questo post…
Se ti volti un attimo, sono subito dietro di te!
By: roberto Carnesalli on 1, aprile, 2010
at 11:29 am