Torno da Lisbona, apro la mail e scopro che è uscito un mio pezzo su un libro europeo cui tengo molto, frutto della scuola dottorale di Tartu, questa estate. E’ un pezzo dedicato al caso Noemi, e all’ambiguo ruolo della menzogna pubblica. Continuo a pensare che – nonostante gli apprezzabili sforzi dei sostenitori del ruolo tutto sommato positivo della cosiddetta “politica pop”, tra cui i miei amici Gianpietro Mazzoleni e Anna Sfardini – le questioni della commistione media e politica vadano affrontate in tutt’altro modo, e qui ci ho provato. Il libro è anche scaricabile direttamente in PDF, e trovate tutte le istruzioni nel foglio promozionale che vi posto qui
Passando gli anni, sono diventato più sereno. So già che la gran parte dei colleghi del mio stesso dipartimento si guarderanno bene dal leggere il mio saggio (e quello, bellissimo, di Maria Francesca Murru, una nostra dottoranda che è entrata nel ristrettissimo numero delle relazioni selezionate per la pubblicazione). E che i miei amici italiani che si occupano di media e politica si guarderanno bene dal citarlo. Dalle mie parti va così. Qualche volta ho l’impressione di avere qualche tipo di malattia…
Però, mi dico, chissenefrega. E continuo a scrivere le mie cose, con il solito impegno. Almeno all’estero mi conoscono, e mi seguono (anche a Lisbona è andata molto al di là delle mie aspettative).
Dunque sursum corda, naviganti, e buon vento a tutti, anche se gli argomenti citati nel mio saggio non inducono davvero l’ottimismo.
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