In un’estate in cui le vacanze per me sono fatte di casa, studio e lavoro in giardino, ho il piacere di recuperare film e libri che avrei voluto guardare o leggere, senza trovarne in tempo finora.
Così ieri sera mi sono visto L’onda, il film tedesco del 2008 (regista Dennis Gansel) ispirato a un’esperienza reale. Nel 1967 un professore di Palo Alto, in California, Ron Jones, condusse un’esperimento, inducendo i suoi studenti a riflettere sulla nascita dei totalitarismi. I ragazzi dovevano stare seduti ed alzarsi a comando, chiamare (nella libertaria California) il loro prof. Signor Professore, e così via. In breve tempo, la classe si trasformò in un manipolo di seguaci obbedienti e disposti a tutto. Le dinamiche furono studiate e pubblicate da Jones. Più di recente un libro, Die Welle, appunto, cioè L’onda, di Morton Ruhe, ispirandosi a quell’episodio, è diventato un classico della letteratura tedesca per ragazzi.
Ora, ecco il film, tratto a sua volta dal libro di Ruhe. Una bella catena di influenze, che porta non a caso in Germania, dove la riflessione sulla dittatura e sul come sia stata possibile continua giustamente senza sosta.
Il film è onestamente bello, con una quota di crescente drammaticità. Non lo racconto, ma mi limito a consigliarlo. Mi preme invece trarne una conseguenza: c’è qualcosa nell’oscuro di noi che può condurre alla fine della democrazia. Qualcosa che non sta nella qualità delle idee, o nella personalità dei leaders. Qualcosa che può essere devastante, perché ci porta dove non vorremmo fosse possibile. I temi trattati in questo blog negli ultimi tempi ci avvicinano a quel punto. Non bisogna sottovalutare i rischi autocratici, anche se a volte sono nascosti dall’apparente buon senso, o – ed è il nostro caso – dalla quasi comicità paradossale. I rischi ci sono. E’ dentro di noi che dobbiamo trovare le risposte, guardandoci senza troppa indulgenza.
Ci tornerò sopra. Buon vento, intanto.
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