Avevo scritto questo post, prima di leggere sui giornali di cosa sta succedendo in India. Sono preso da una grande tristezza. Ho pensato di postare lo stesso quello che avevo scritto, chiedendo scusa del tono un po’ scanzonato.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Di nuovo on line, naviganti: un gentilissimo taxista di Barcellona mi ha riportato lo zaino, ho di nuovo il mio computer e posso bloggare un po’, fra una relazione e l’altra.
Cosa c’è a Barcellona, dove mi trovo ora?
Un convegno (per chi fosse interessato http://www.ecrea2008barcelona.org/eng/home.asp ) molto importante, dove oggi pomeriggio devo tenere una relazione a fare da chairman. Ci sono studisi da tutta Europa, e gli argomenti sono molteplici. Stamattina ho ascoltato una relazione bellissima di un giovane collega tedesco, Martin Zierold, sul tema del rapporto fra memoria sociale e cultura digitale, un vecchio tema su cui ho scritto il mio primo libro nel 1986 (???). Ho registrato un’intervista con lui che vi posterò appena possibile.
Un’altra relazione, di Caroline Bassett, una studiosa del Surrey, consisteva nell’analisi di quelle lettere che arrivano via posta elettronica dall’Africa (Dear Sir, and brother in God…), in cui ci vengono chiesti aiuti per impadronirsi di un’eredità eccetera. Sono casi di spamming, e in qualche caso di fishing, ma la studiosane ha fatto una brillantissima lettura letteraria, identificando gli stilemi della cultura coloniale e tutta una serie di elementi etnografici e antropologici.
Ieri il tema della plenary session è stato il ruolo della comunicazione nella costruzione dell’Europa. Due le tesi di fondo: secondo Philip Schlesinger (dell’Università di Glasgow, un santone degli studi sulla comunicazione politica), i problemi dell’UE stanno nel manico della sua costruzione: diversi progetti, differenti culture (per esempio. per i Paesi occidentali è un modo di costruire una forza comune, per i Paesi dell’Est europeo si tratta di sfuggire ai condizionamenti della Russia). Insomma, non c’è comunicazione che tenga. Si tratta di un progetto che ha un suo senso storico, ma è istituzionale e faticoso per definizione. Per Marju Lauristin, professore emerito dell’Università di Tartu, ed ex ministro degli affari sociali dell’Estonia, l’Europa c’è, ma la comunicazione è difficile perché le istituzioni europee sono troppo burocratizzate e non aprono spazio (che pure le tecnologie offrirebbero) al dibattito fra i cittadini.
Ne sono uscito un po’ frastornato.
Altra cosa interessane è che ho scoperto che in Spagna è in atto una protesta studentesca che – da quanto ho capito – è molto diversa da quella italiana. Prima di tutto non coinvolge tutte le componenti universitarie ma prevalentemente gli studenti. Poi è focalizzata sull’adozione anche da parte spagnola degli accordi di Bologna (la riforma del tre più due che noi abbiamo applicato diversi anni fa), che viene rifiutata da alcuni come penalizzante.
Ora torno sottocoperta: comincia a salirmi la tensione per la presentazione. Buon vento naviganti, vi terrò informati (sono accettati commenti del tipo checcenefrega…)
uh interessa anche a me l’intervista a Martin Zierold, visto l’abstract della sua relazione: dove le stai postando le tue interviste?
ben tornato, saluti
Roberta
By: Roberta Bartoletti on 30, novembre, 2008
at 6:31 PM
interessante problema: ho chiesto l’autorizzazione a postarle sul blog, ma non a passare per youtube… e ora sto cercando di caricarle direttamente. any suggestions?
By: faustocolombo on 30, novembre, 2008
at 6:39 PM